Recensione Bladed Fury - By Francesco Toniolo

Nel 379 avanti Cristo morì il duca Kang di Qi e, dopo di lui, il controllo del regno passò a Tian Yinqi, il quale sarebbe divenuto poi noto come re Wei di Qi. Questo è un dato storico. Un dato probabilmente ignoto alla maggior parte degli occidentali, visto che riguarda un evento specifico del periodo degli Stati Combattenti della storia cinese, di cui si studia poco o nulla.

Tuttavia, la morte di Kang non costituisce solo un tassello nella storia della Cina, ma è anche l’evento scatenante delle vicende raccontate in Bladed Fury. Questo videogioco, realizzato da NEXT Studios e pubblicato nel 2018 su diverse piattaforme (PC, PlayStation 4 e Xbox One, alle quali si è poi aggiunta Nintendo Switch nel 2021), propone infatti di ibridare la storia e il folklore cinese. La protagonista di Bladed Fury è la giovane principessa Ji, figlia di Kang, che si trova invischiata nell’omicidio del padre – nel quale vengono coinvolte forze occulte – ed è costretta a fuggire dal palazzo, mentre sua sorella maggiore, la principessa Shu, rimane prigioniera di Tian. Nella sua missione alla ricerca della verità, la principessa Ji dovrà affrontare soldati, non morti e spiriti maligni, ma potrà anche contare sull’aiuto di alcune creature soprannaturali.

Seguire con attenzione la storia non è semplicissimo. I dialoghi sono pochi, danno per scontate molte cose e – all’inizio del gioco – sono un’inondazione di nomi ed eventi che probabilmente un giocatore occidentale non ha mai sentito prima. Non è un problema insormontabile, considerando la narrazione tutto sommato accessoria rispetto al fulcro del gioco. Qualche attenzione in più avrebbe però giovato, in tal senso. Ciò che colpisce, invece, è l’insieme delle scelte stilistiche visive. La caratterizzazione dei personaggi e dei nemici è molto ispirata, suscita curiosità, riesce a trasmettere una sensazione di mito antico, avendo al tempo stesso un tratto idoneo alla contemporaneità. I livelli, sebbene con poca differenziazione interna, sono tutti ben identificabili e offrono a tratti alcuni spunti di rilievo, come quando riempiono lo spazio di paraventi e pannelli che nascondono e rivelano al tempo stesso, con le ombre dei nemici che si muovono lì dietro. Questo è forse un punto in cui sono anche riconoscibili le tracce di un altro lavoro di NEXT Studios: l’avventura-puzzle Iris.Fall. Meglio ancora, visivamente, sono le immagini statiche che accompagnano alcuni brevi momenti narrativi. Queste immagini presentano figure affusolate, avvolte in drappeggi svolazzanti che ne sottolineano ulteriormente la caratteristica ondulatoria dei loro corpi.

Corpi che appaiono in movimento anche quando sono statici, dunque. E Bladed Fury è un videogioco in continuo movimento, nella sua natura di hack&slash. La principessa Ji si muove con grazia e rapidità, lungo i livelli bidimensionali del gioco, combattendo i nemici con le sue due armi, che corrispondono alla classica divisione fra attacchi rapidi e attacchi pesanti, più o meno onnipresenti in questo genere di videogiochi. Al fianco di questi attacchi, che offrono un ristretto ma sufficiente numero di combo, si hanno a disposizione la schivata, la parata e alcuni poteri speciali. Sconfiggendo alcuni nemici particolarmente forti diventa infatti possibile evocarli in battaglia. Alcuni di questi poteri, come le ragnatele che rallentano i movimenti avversari, aggiungono una buona varietà ma al tempo stesso rendono ancor più facile il gioco. A meno che non si voglia ricorrere alla difficoltà più elevata, infatti, Bladed Fury procede senza inciampi e senza particolari sfide. I nemici rilasciano sfere curative, è possibile curarsi con delle ‘pozioni’ e ci sono anche evocazioni di supporto. Anche senza essere campioni della schivata e delle parate a tempo, insomma, si giunge facilmente alla fine del gioco.

A tal proposito emerge un altro aspetto di Bladed Fury: la sua brevità. In senso assoluto non è un fattore negativo. Ci sono già fin troppi videogiochi inutilmente diluiti, che si trascinano esasperati senza sapere dove andare a parare. Rispetto a loro, Bladed Fury è molto più compatto e diretto, senza fronzoli e perdite di tempo. Tuttavia almeno in parte si sente la mancanza di un qualcosa in più, sotto diversi punti di vista. I livelli – seppur evocativi – sono pochi e piuttosto brevi. Almeno la possibilità di ritornare a esplorarli in un secondo momento, con nuovi poteri, avrebbe aiutato in tal senso. Invece qualche segreto è presente, sì, ma poche cose. Altrettanto poche sono le abilità sbloccabili. Al di fuori dei poteri speciali rilasciati dai nemici sconfitti, il tutto si limita a un paio di attacchi extra, a dei potenziamenti per ‘pozioni’ e parata e poco altro.


In conclusione, Bladed Fury rimane un buon assaggio, ma può essere fruito solo velocemente e superficialmente. Sia per la difficoltà di andare a fondo nella sua storia, sia perché non ha la sufficiente profondità contenutistica. Tutto quel che c’è funziona bene, l’esperienza rimane più che godibile, ma sempre con il senso di una mancanza sottostante.


VOTO: 7.5

 

Disponibile per Nintendo Switch e Playstation 4 

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