Recensione Brigandine: The Legend of Runersia by Francesco Toniolo

Il nome Brigandine sembra apparso dal nulla, ma ha una lunga storia alle sue spalle. Nel 1998 venne pubblicato Brigandine: The Legend of Forsena, noto anche solo come Brigandine. Questo videogioco era uno strategico a turni per la prima PlayStation. Nel gioco era possibile controllare una nazione fra sei disponibili e combattere le altre. Per farlo venivano utilizzate delle armate con un comandante umano alla guida di truppe mostruose.

Non era un concept unico, ma rappresentava una buona aggiunta per il panorama degli strategici a turni. Questi ultimi, infatti, non sono mai stati particolarmente numerosi. Di per sé, gli strategici già vivono in una propria bolla. Talvolta sono prodotti che raggiungono un discreto successo, ma sono fortemente settorializzati. Almeno nel caso degli strategici in tempo reale, questo avviene per la grande coordinazione e visione d’insieme richiesta in ambito competitivo. Per giocare efficacemente a certi strategici in tempo reale bisogna essere dei maestri del multitasking. Gli strategici a turni sono invece molto più simili agli scacchi: ogni pezzo ha le proprie peculiarità e bisogna sfruttarlo al meglio per riuscire a trionfare. Sono, inoltre, dei videogiochi che vanno facilmente a ibridarsi con componenti ruolistiche.

Un comparable spesso citato per Brigandine è la serie Fire Emblem, in cui in effetti non si hanno solo unità da creare, ma eroi e combattenti da potenziare e sviluppare al meglio. Un’altra pietra di paragone è la serie Heroes of Might and Magic, che ha attraversato con diverse fortune un ampio arco temporale. Quest’ultimo è più vicino alla logica degli strategici, con la sua massiccia produzione di creature e soldati da utilizzare in battaglia. Anche in questo caso, però, c’è un’ampia componente di crescita dei personaggi, con eroi che salgono di livello, ottengono nuovi equipaggiamenti e potenziano le proprie abilità fisiche, magiche o di leadership.

Tutto questo per dire che il mondo degli strategici a turni si configura come una nicchia piuttosto peculiare. Una nicchia spesso poco popolata, a parte alcuni ‘cloni’ delle serie citate in precedenza.

Proprio per questo è interessante osservare l’arrivo di Brigandine: the Legend of Runersia. Dopo una pausa più che ventennale, infatti, è uscito il seguito dell’originario Brigandine. Il nuovo videogioco è uscito prima su Nintendo Switch, nell’estate 2020, e in tempi più recenti è stata resa disponibile anche la versione per PlayStation 4.

L’avventura è ambientata nel continente di Runersia, un luogo ricco di mana in cui i territori sono contesi da differenti nazioni. Nella campagna il giocatore può assumere il controllo di una di queste nazioni, con l’obiettivo di guidarla alla vittoria. Questa scelta iniziale genera una serie di differenziazioni nella narrazione del gioco, il che costituisce un primo elemento di interesse per garantire una certa rigiocabilità.

Al di fuori dei dialoghi e della narrazione, il gioco si divide grosso modo in due fasi alternate. Si susseguono infatti una fase di pianificazione tattica, in cui si spostano le truppe e ci si prepara allo scontro, con la fase di combattimento. La pianificazione non consiste in un semplice spostamento fra diversi menù di gioco. Soprattutto alle difficoltà più elevate è necessario disporre al meglio le proprie truppe, evitando di lasciare scoperte delle aree sensibili, che potrebbero venire riconquistate dai nemici. C’è infatti un limite nel numero di ‘turni’ a disposizione, se si gioca alle difficoltà più alte, per cui bisogna pensare non solo all’attacco ma anche alla difesa. In caso contrario si perderà inutilmente tempo a riconquistare dei territori che erano già stati sottomessi.

È possibile potenziare sia i propri cavalieri sia i mostri che li accompagnano. L’evoluzione dei primi è molto più ramificata e consente di accedere a numerose classi di specializzazione. I mostri – che poi sarebbero le truppe di base – si evolvono in modo più lineare, ma il loro potenziamento offre comunque una ricchezza in più.

Durante queste fasi è anche possibile impiegare i propri eroi in degli obiettivi secondari. Queste missioni extra possono servire per potenziare un certo personaggio (addestrandolo e, quindi, facendolo salire velocemente di livello) oppure per ottenere nuovi oggetti e reclutare nuovi cavalieri.

Le fasi di combattimento richiedono invece una pianificazione differente. in questo caso bisogna posizionare al meglio le proprie truppe e utilizzarne in maniera ottimale i poteri. I ruoli dei cavalieri e dei mostri sono differenti ed entrano in gioco un gran numero di fattori. Ci sono unità focalizzate sul combattimento e altre piuttosto deboli ma con ottimi poteri di supporto (dagli incantesimi che aumentano la precisione degli alleati alle magie di cura). Ci sono mostri ideali per il combattimento ravvicinato e altri che possono (e devono) colpire da lontano. Ci sono creature che infliggono meno danni, ma che possono colpire il nemico con spiacevoli malus (come l’avvelenamento).

I combattimenti, insomma, hanno una propria organizzazione interna, ma la loro efficacia è anche determinata da quel che si è fatto nelle fasi precedenti, perché una ottimale composizione delle proprie truppe è spesso la chiave per la vittoria. Questo principio generale viene talvolta modificato dalle ristrettezze temporali dei turni a disposizione. Quando si attacca un territorio nemico, infatti, bisogna raggiungere determinati obiettivi entro un tempo stabilito, o la vittoria verrà assegnata ai difensori. Per cui può essere premiale una disposizione molto aggressiva delle proprie truppe, con mostri e cavalieri pensati per infliggere il maggior numero possibile di danni. Almeno quando si passa all’attacco.

Non mancano alcune finezze tattiche, che però non risultano sempre sfruttabili, come l’accerchiamento dei nemici. Anche la compatibilità dei mostri col terreno delle varie caselle è un fattore interessante (e ricorda, nuovamente, videogiochi come Heroes of Might and Magic), ma non è la meccanica più impattante.


Brigandine: the Legend of Runersia è un prodotto longevo, capace di intrattenere a lungo gli appassionati. Una campagna dura diverse ore e il gioco invoglia a ricominciarla più volte, per sperimentare percorsi differenti. In questo modo è possibile accumulare decine di ore in Brigandine mantenendo comunque una certa varietà. Bisogna, certo, essere un minimo appassionati del genere. I combattimenti a turni possono rivelarsi sfiancati per coloro che amano l’azione immediata e continua. Ci sono opzioni per accelerare il gioco, da questo punto di vista, ma l’approccio a esso rimane comunque lento e calcolato. Soprattutto se si gioca alle difficoltà più elevate, dove il tempo risulta essere il nemico più temibile.

voto: 8/10 

Prodotto disponibile in 2 versioni: Standard Edition e Collector's Edizione 

Collector's Edition Nintendo Switch

Collector's Edition Playstation 4 

Brigandine: The Legend of Runersia PS4

 

Brigandine: The Legend of Runersia NSW

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