Recensione Tresures of the Aegean
Tresures of the Aegean è un videogioco bidimensionale di piattaforme e parkour in cui bisogna scoprire i segreti dell’antica civiltà minoica. In questo videogioco (disponibile per Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X) si assume il controllo di Marie Taylor, un’agile ragazza con un passato da ladra, che collabora con il suo amico James Andrew, archeologo e cacciatore di tesori, per portare alla luce i misteri dell’isola di Thera, che all’improvviso emerge dalle acque del mare, dove era rimasta inabissata per migliaia di anni.
Marie inizia a esplorare l’isola, comunicando man mano le sue scoperte all’amico James. Dopo pochi minuti, però, la terra trema e James si precipita a recuperare Marie, perché sembra che il vulcano stia per eruttare di nuovo. Mentre i due si allontanano in volo il vulcano esplode, e con esso anche metà del pianeta.
Sorprendentemente, però, il tempo si riavvia e – per qualche ragione – il dispositivo elettronico su cui Marie ha preso appunti viene rispedito nel passato, all’epoca della civiltà minoica. Il tutto avviene in un filmato di pochi secondi, poi ci si ritrova di nuovo nel presente, durante la sera prima della spedizione sull’isola.
Come intuibile, Treasures of the Aegean ci colloca in un curioso loop temporale. Tutte le volte che il loop si ripete, Marie e James hanno delle informazioni aggiuntive, e con loro anche il giocatore. Molti progressi compiuti vengono portati nel loop successivo, ma ci sono degli enigmi – legati tra di loro – che devono essere risolti più volte, se non si riesce a completare tutta la sequenza di fila.
I “collezionabili”, invece, vengono mantenuti e sono molto utili, perché aumentano il tempo a propria disposizione, andando man mano oltre la soglia iniziale dei 15 minuti. Se, invece, si cade da un’altezza eccessiva o si viene colpiti dai soldati che pattugliano l’isola, Marie perderà parte del tempo a sua disposizione durante quello specifico loop.
Esplorare l’isola è divertente. Soprattutto all’inizio è stimolante imbattersi sempre in nuove aree, scoprendo man mano le dimensioni dell’area, molto più grande di quel che si potrebbe inizialmente supporre. Gli ambienti si sviluppano molto anche in verticale, per cui sono frequenti le discese e le successive risalite. Le abilità ginniche di Marie risultano in tal senso ottimali: la ragazza è in grado di compiere i wall jump e tutte le altre mosse che ci si aspetterebbe da una persona che viene presentata come “esperta di parkour”.
I comandi rispondono bene, ma la velocità elevata di Marie genera alcuni problemi in qualche caso, quando bisogna muoversi con precisione su piattaforme ristrette. Nessun problema, invece, quando bisogna correre da una parte all’altra dell’isola alla massima velocità possibile, il che accade per la maggior parte del tempo.
Sempre a proposito dell’esplorazione, Marie ha a disposizione una mappa e una pagina con tutti gli indizi raccolti. Le aree esplorate durante i loop precedenti vanno progressivamente ad aggiungersi alla mappa. I nuovi indizi e oggetti, invece, sono visibili fin da subito. Sulla mappa è anche possibile collocare numerosi indicatori, utili per ricordarsi la collocazione di enigmi e punti di interesse. Gli indicatori sono forse un po’ troppo piccoli e tendono a confondersi facilmente con la mappa, in alcuni punti, ma con un po’ di pazienza (mentre si consulta la mappa il gioco è in pausa) è possibile ritrovare tutto.
Segnare la collocazione degli enigmi e degli oggetti necessari per completarli è fondamentale, considerando la necessità di dover portare a termine, in sequenza, numerose azioni all’interno di un singolo loop. Il rischio, altrimenti, è quello di dimenticare la collocazione di qualcosa e perdersi nella vastità dell’isola.
L’aggiunta progressiva di dettagli alla storia dei personaggi, loop dopo loop, è interessante. Alcune sequenze, però, spezzano inutilmente il ritmo del gioco. Come una corsa sui tetti, mentre si è inseguiti da un elicottero: di per sé è molto breve, ma in un paio di punti è richiesto un ottimo tempismo con i salti, per cui si finisce probabilmente per doverla ripetere più volte. L’intento di voler aggiungere varietà rispetto all’esplorazione dell’isola è lodevole. Alla fine, però, è facile desiderare di finire il prima possibile queste sessioni extra, per tornare a raccogliere tesori e risolvere enigmi.
Visivamente, Treasures of the Aegean ha un’impostazione fumettistica: i filmati sono delle sequenze di vignette, a schermo appaiono balloons e didascalie, e lo stesso stile ricorda certi fumetti franco-belghi, per i colori accesi e il design dei personaggi. C’è tuttavia qualche piccolo problema, in alcune aree, dove certe piattaforme e liane/corde non risaltano abbastanza rispetto allo sfondo e si rischia pertanto di non vederle al primo colpo d’occhio, se ci si muove di corsa. Anche la colonna sonora è peculiare e molto espressiva. Con l’eccezione di un paio di brani, che tendono a stancare prima degli altri, costituisce un ottimo accompagnamento dell’esplorazione.
Nel complesso, Treasures of the Aegean è un videogioco molto piacevole, affossato solo da qualche passaggio poco chiaro (come l’importanza del segnarsi gli enigmi sulla mappa), che può costringere a dover rigiocare più loop del necessario per portarlo a termine. Al di fuori di questi problemi, l’avventura propone una sfida positiva e coinvolgente.
Voto 8.5/10