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Descrizione
VIDEOGIOCHI PER PASSIONE
Strada Padana Superiore 28, Presso la Sala Lan Vxp-Project ASD
Cernusco Sul Naviglio, MI
Il ritorno dell'uomo dalle sette stelle
Per il ritorno di Kenshiro sulla scena videoludica, Tecmo Koei ha deciso di proporre non un semplice seguito ma una versione completa e onnicomprensiva delle avventure dell'eroe di Hokuto
Vera icona degli anni 80, la saga di Ken il guerriero non sembra avere la minima intenzione di frenare il suo successo. Tra fumetti, serie televisive, videogiochi e film dedicati si perde letteralmente il conto delle iterazioni dedicate al quarto figlio del pugno. Nato da una collaborazione tra la più fortuite mai viste, quella tra i disegnatori Tetsuo Hara e Buronson, Kenshiro mantiene inalterato il suo fascino bipolare: caritatevole verso gli oppressi quanto spietato con gli aguzzini, sui quali non esita a scatenare la sua abilità nelle arti marziali. Un vero e proprio giustiziere, devastante e implacabile in contrapposizione a un mondo impazzito che conosce solo il linguaggio della violenza.
Modello effettivamente molto criticato fin dagli albori, ma che riesce ancora oggi ad esercitare un irresistibile magnetismo su ragazzi di ogni età per i valori che riesce a veicolare, quelli dell'individuo che combatte le avversità basandosi esclusivamente sulla propria forza. Il suo successo è anche da attribuire al particolare stile grafico, che conferisce un'atmosfera assolutamente unica nel suo genere, le incredibili esplosioni di violenza, la cura riposta sia nella caratterizzazione dei personaggi che le varie tecniche di combattimento, e una spiccata teatralità. Sui videogiochi dedicati alla serie si è visto un po' di tutto (per approfondire date un'occhiata al box dedicato), focalizzando ovviamente sulle caratteristiche picchiaduro, ma è stata Koei l'unica a portare la saga sulle console di questa generazione, sfruttando la tipica impostazione dei titoli musou per allestire combattimenti altamente spettacolari. Per questo seguito gli sviluppatori hanno voluto fare un regalo di valore enciclopedico ai fan, recuperando il materiale del primo capitolo in modo da coprire l'intero arco delle vicende narrate nell'opera originale. Si tratta quindi di un'occasione unica per ripercorrere tutto l'anime dall'incontro con Lynn fino all'isola dei Demoni. Diamo un occhiata a quello che ci aspetta!
Due capitoli in uno
Da un po' di tempo a questa parte, Koei ha trovato una soluzione affidabile e costi contenuti (almeno in termini di sviluppo del concept e progettazione) per creare adattamenti videoludici dei manga/anime: prendere la struttura tipica della lunga serie Dynasty Warriors e applicarla a contesti diversi, nella fattispecie inserendo in tale contenitore personaggi e ambientazioni delle serie in questione. Il Musou, insomma, è diventato una sorta di struttura modulabile a seconda delle esigenze ed ha già portato alla trasposizione videoludica di Gundam, One Piece e di Ken, appunto. Erede diretto del quasi-defunto picchiaduro a scorrimento, il Musou sembra essere rimasta la forma migliore in cui il glorioso beat'em up è riuscito a riprodursi in 3D, ambito evidentemente nocivo per tale genere, nato e cresciuto con il bitmap.
Mischiando azione forsennata ad una progressione semplice ma rigorosa per livelli, il genere in questione si adatta particolarmente bene alla trasposizione in videogioco di quelle storie che fanno del confronto costante con nemici sempre più potenti, leitmotiv classico di tante produzioni manga e anime, la propria base narrativa.Fist of the North Star: Ken's Rage 2si basa interamente su questa rodata struttura, modulandola sulle caratteristiche dell'universo creato da Buronson e Hara. Le due modalità di gioco presenti non si discostano molto una dall'altra in termini di gameplay, ma propongono soluzioni diverse dal punto di vista narrativo. La modalità principale, Leggenda, segue l'intera trama di Hokuto no Ken, impostata sul viaggio del protagonista prima verso Raoul e poi all'Isola dei Demoni fino all'incontro finale con Kaio, dunque sommando a quanto era già presente nel primo capitolo la "seconda serie", ragionando nei termini dell'anime. La scelta di riproporre tutti i contenuti (potenziati) del primo capitolo comporta conseguenze ambivalenti, perché se da una parte può essere anche irritante dover ripetere tutta la prima parte già vissuta in precedenza, non ci possiamo lamentare dello zelo di Koei, che avrebbe potuto semplicemente proporre la seconda parte e basta, offrendo invece in questo modo una lunghissima traversata lungo la storia completa. Si parla di più di 15 ore di scazzottate e riproposizioni di momenti storici da "lacrimuccia" o da esaltazione massima, un paradiso per i grandi appassionati della serie e un potenziale inferno per chi non è abbastanza attaccato al personaggio da farsi prendere dallo spirito nostalgico.